La consistenza della coltivazione biologica della vite in Italia ha seguito, nelle linee fondamentali, l’andamento produttivo generale dell’agricoltura biologica. Dopo un decennio di crescita a ritmi molto elevati, a partire dall’approvazione della normativa europea nel 1991, negli ultimi anni si sta registrando una diminuzione delle superfici coltivate e delle aziende, anche per quanto riguarda la viticoltura. L’andamento delle superfici dei vigneti biologici in Italia va inquadrato all’interno dell’andamento generale della superficie biologica totale. Infatti, non è un caso che nel 2002 – anno di massimo storico della superficie vitata biologica – si sia toccato anche il massimo della superficie agricola biologica: 1,2 milioni di ettari, tutti di superficie biologica certificata, con un aumento di quasi 200.000 ettari rispetto al 2000. Dal 2002 è iniziato il lento ridimensionamento del settore, che nel 2008 è ritornato al di sotto del milione di ettari complessivo: 954.361 ettari. I motivi dell’andamento negativo della superficie biologica, a partire dal 2002, sono stati in particolare tre:
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la fine del periodo dei contributi per l’agricoltura biologica, previsti dai PSR (Piani di sviluppo rurale);
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la crisi dei consumi legata alla crisi economica generale dell’Italia;
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la mancata valorizzazione delle produzioni biologiche, in termini di prezzo all’origine, che ha indotto molte aziende ad abbandonare il biologico.
La situazione viticola biologica regionale
Per analizzare in dettaglio la ripartizione regionale della produzione viticola biologica, occorre fare riferimento ai più recenti dati disponibili, che sono quelli aggiornati al 31-12-2003. Su un totale di 31.709 ettari esiste, come negli anni precedenti, una netta prevalenza del Sud e delle Isole. Otto regioni, comprese Abruzzo e Molise, rappresentano la metà della superficie nazionale (circa 16.517 ettari). Sei regioni concentrano in totale quasi il 70% delle superfici viticole biologiche:
- Sicilia 7.674 ettari
- Toscana 3.946
- Puglia 2.888
- Abruzzo 2.589
- Emilia R. 2.522
- Marche 2.245
La diminuzione delle superfici dal 2001 in poi ha determinato anche un netto riequilibrio territoriale. Alcune regioni, che avevano superfici molto elevate, sono diminuite più di altre: in particolare la Sicilia, arrivata nel 2001 a 14.837 ettari, pari a circa il 37% del totale nazionale, che ora vede la sua incidenza scendere al 24%, e l’Abruzzo.