Agricoltura biologica

Il settore biologico ha fatto molta strada negli ultimi anni; da produzione essenzialmente di nicchia, limitata per lo più ad una cerchia ristretta di consumatori, in pochi anni ha conquistato fasce sempre più ampie di mercato. Nell’ultimo decennio si è verificata una forte crescita delle aree a coltivazione biologica e di quelle . Nel 2009 in Italia è stato realizzato un fatturato di 2,35 miliardi di euro, dei quali 850 imputabili alle esportazioni. Stando ai dati dell’istituto di ricerche di mercato ISMEA, nella distribuzione convenzionale i primi sei mesi del 2010 in Italia le vendite di prodotti biologici sono salite del 9%. Il biologico nel 2010 in Italia ha interessato una superficie di poco inferiore a un milione 114mila ettari (1.113.742, +0,6% rispetto all’anno precedente). Nel primo semestre del 2010 la superfici condotte a biologico sono aumentate del 21% nell’Italia meridionale, mentre nel nordest del nostro Paese sono incrementate dell’11%. Forti incrementi di fatturato si delineano nel commercio specializzato. Secondo le ricerche della casa editrice Biobank, nel 2009 erano già 228 i ristoranti bio che deliziavano i propri ospiti con piatti sani e 837 mense scolastiche utilizzavano perlomeno in parte prodotti biologici. Anche la vendita diretta degli agricoltori nella propria fattoria o ai mercati settimanali ha visto uno sviluppo positivo: 2.176 coltivatori mettono in vendita i loro prodotti direttamente, vale a dire il doppio di quanti se ne contassero ancora nel 2005. Il mercato bio italiano ha continuato a crescere anche nel 2010.


rotazione delle colture biologiche
L’agricoltura biologica è un sistema di produzione agricola che predilige la salute degli operatori e dell’ecosistema intero nel quale l’attività dell’uomo si svolge rappresentando quindi anche un modello di sviluppo sostenibile.

L’agricoltura biologica si basa su principi ed obiettivi pensati ed applicati per ridurre ai minimi termini l’impatto umano sull’ambiente e nello stesso tempo permettere al sistema agricolo di operare nel modo più naturale possibile. In agricoltura biologica, generalmente si applicano delle tecniche e degli accorgimenti che includono:

  • la rotazione delle colture per mantenere a buoni livelli la fertilità del suolo senza depauperare eccessivamente il terreno e talvolta, grazie all’impiego di particolari specie (es. leguminose) incrementare anche il contenuto in nutrienti e/o sostanza organica;
  • la scelta del materiale vegetale e anche di quelle specie animali autoctone e che quindi meglio si adattano alle condizioni locali e sono più resistenti alle malattie;
  • utilizzo di pratiche di allevamento che cerchino di apportare una buona salubrità degli animali con particolare attenzione al loro benessere;
  • divieto nell’uso di organismi geneticamente modificati;
  • presenza di siepi e altre coperture vegetali per preservare il suolo da eventuali erosioni e anche per incrementare una certa biodiversità.

Insetti per la lotta integrataSul piano del mercato, i prodotti biologici reggono alla crisi,tenendo sia nel settore della grande distribuzione, dove sono sempre più radicati, con un numero di referenze in crescita; sia nei canali di vendita alternativi, dalla vendita diretta ai mercati contadini, che attraggono un numero crescente di italiani che vogliono coniugare qualità e risparmio ma anche vicinanza non solo “psicologica” col produttore che può trasmettere quella sentimento che poi si materializza attraverso il prodotto venduto. Sul piano produttivo, l’agricoltura biologica italiana resta leader in Europa. Al 31 dicembre 2010, secondo le elaborazioni del Sinab sulla base dei dati forniti dagli Organismi di controllo, gli operatori biologici erano 47.663 (grafico a sx), con una riduzione complessiva, rispetto all’anno precedente, del 1,7%. A diminuire sono soprattutto i produttori agricoli (-3,7%), mentre crescono i trasformatori (+ 3,5%). L'agricoltura biologica per regione italiana Alla diminuzione degli operatori fa riscontro un netto aumento delle superfici (biologiche o in conversione). In pratica, abbiamo meno aziende agricole biologiche ma di maggiori dimensioni. Il numero di operatori si attesta sui valori abbastanza costanti degli ultimi cinque anni, con piccole oscillazioni, mentre la netta ripresa delle superfici (grafico a dx) fa seguito all’altrettanto netta diminuzione che si era verificata nel 2008-2009. L’Italia mantiene il primato in Europa per il numero di operatori certificati e resta leader per ettari di superficie coltivati secondo il metodo biologico (escludendo i pascoli gestiti in biologico, in cui la Spagna primeggia). Poche novità anche per quanto riguarda la distribuzione regionale e quella per colture. Nonostante i numeri forniscano nel complesso dei segnali positivi,è chiaro che c’è tanto da fare per ridare slancio a un settore che vede il nostro Paese ai primi posti nel mondo. Un cambiamento molto importante è costituito dal nuovo logo europeo del biologico: è importante che i consumatori familiarizzino subito con il nuovo marchio che sarà obbligatorio sui prodotti biologici confezionati.

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Andrea Pietrobelli: Agronomo a Vicenza. EMail: andrea.pietrobelli@agricolturabiologica.eu Telefono: +39 334 1099755