4° Incontro – Protezione delle Colture, Melanzana, Patata

Durante il 4° incontro, nella prima parte della serata, abbiamo ricordato con un piccolo riassunto gli argomenti della incontro precedente e successivamente ci siamo soffermati sulla protezione delle colture. Queste vengono protette dai danni apportati soprattutto dal freddo ed in particolare dalle gelate precoci e da quelle tardive su piante che stanno concludendo il loro ciclo colturale oppure su piante giovani appena nate o in fase vegetativa (post-trapianto).

In particolare abbiamo preso in esame 3 tipologie di  protezione per le colture: serre, tunnel, pacciamatura soffice. Partendo dall’ultimo questa si ottiene stendendo uno strato di tessuto non tessuto (TNT) sopra alla coltura in atto. Le foglie della coltura fungono da sostegno per il tessuto disteso sopra e nello strato compreso tra il terreno ed il “velo” sopra alle foglie la temperatura è più elevata di qualche grado rispetto all’esterno. Per quanto riguarda il tunnel questi sono delle strutture formate da archi di vario materiale (solitamente metallo o materiali plastici) che fungono da sostegno per il film plastico che vi è posto sopra e vanno a formare un ambiente condizionato all’interno del quale le colture trovano condizioni di temperatura ed umidità favorevoli al loro sviluppo. Si possono usare per anticipare di qualche settimana la produzione o per la produzione di piantine da trapiantare in un secondo momento. Le serre invece sono delle vere è proprie costruzioni, con fondamenta che le ancorano al terreno. Lo scheletro portante è costituito da materiale metallico, leggero e la copertura è costituita da vetro o materiale idoneo all’intrappolamento del calore e che fa trapassare il più possibile la luce. Queste sono poco diffuse negli orti famigliari, mentre invece sono diffuse nelle attività professionali. La gestione e l’uso di tali strumenti di forzatura è attuata da personale specializzato in grado di creare e mantenere un ambiente idoneo alla crescita delle specie più disparate nelle condizioni ambientali più estreme.

Continuando con gli argomenti della serata, durante il primo intervento si è introdotto il concetto di entomofauna utile, ossia l’insieme degli insetti chiamati anche ausiliari che provvedono al controllo degli insetti dannosi. Questi insetti sono predatori e durante il loro ciclo vitale si nutrono dei parassiti che generalmente infestano le nostre colture. Troviamo quindi la coccinella che si nutre degli afidi, oppure il parassitoide che depone l’uovo all’interno degli afidi rendendoli innocui perché al loro interno di sviluppa una larva che li divora dall’interno. Dall’afide ormai morto sfarfallerà successivamente un altro parassito ide adulto che andrà a ovo deporre su un altro afide e così via. Sono insetti molto preziosi che bisogna attirare e mantenere nel nostro orto perché, quando presenti in discrete quantità, riescono da soli a mantenere sotto la soglia di danno gli organismi dannosi.

Nella seconda parte della serata abbiamo illustrato le tecniche colturali di 2 importanti Solanacee che troviamo ogni anno nei nostri orti: la melanzana e la patata. La melanzana (Solanum melongena), è una pianta che nei nostri climi ha ciclo annuale, con radice fittonante e fusto non troppo sviluppato (70-90 cm). I frutti sono delle bacche è presentano la parte edibile della coltura.

Essendo una coltura che risente in maniera particolarmente negativa dei ristagni idrici, bisogna nel momento della preparazione del terreno, effettuare una lavorazione non molto profonda (30 cm) ma ben accurata e se necessario sistemare il terreno in modo da favorire il deflusso dell’acqua superflua. La coltura è abbastanza esigente per quanto riguarda gli elementi nutritivi, in particolare fosforo, magnesio e boro. Ecco perché durante le operazioni di preparazione del terreno è quantomeno opportuno interrare un buon quantitativo di letame e, con l’avanzare della coltura, si può distribuire del solfato di potassio (contenente magnesio).

Il trapianto (dopo aver effettuato la pacciamatura) avviene in maggio, con la possibilità di anticipare di qualche settimana l’operazione con la costituzione di un piccolo tunnel. Indicativamente si possono tenere tra le file distanze tra i 100 e i 150 cm e tra le piante non meno di 60 cm – max 2 piante/m². La coltura necessità di costanti apporti idrici, e visto il suo apparato radicale, gli interventi irrigui dovranno essere frequenti e di moderata entità. Qualora si fosse in presenza di varietà molto sviluppate, si possono usare dei tutori per sorreggere la pianta, soprattutto quando questa comincia a fruttificare in maniera importante soprattutto sulle branche più deboli. Per quanto riguarda la difesa, i principali funghi sono la peronospora  e la tracheoverticillosi controllabili con nebulizzazioni con prodotti a base di rame. Gli insetti che più arrecano danni sono gli aleurodidi e la dorifora, che si controllano molto bene col piretro e gli acari che invece vengono ostacolati con interventi a base di zolfo.

La seconda coltura della serata è stata la patata (Solanum tuberosum). Solanacea di cui noi raccogliamo i tuberi che sono gli organi di riserva ossia i fusti trasformati che si sviluppano sotto terra e che si originano all’estremità degli stoloni. Sono organi molto sviluppati, contenenti sostanze di riserva, l’amido. La patata ama un clima caldo ed umido, quindi richiede temperature abbastanza elevate per compiere il ciclo produttivo. Si adatta a vari tipi di terreno, ma predilige quelli freschi ben lavorati e concimati (soprattutto con sostanza organica).

Si tratta di un coltura miglioratrice/preparatrice che lascia il terreno, soprattutto sotto l’aspetto fisico, migliore di come l’ha trovato. La rotazione è indispensabile, per poter avere raccolti soddisfacenti e soprattutto per evitare complicazioni per quanto riguarda la lotta ai patogeni. E’ opportuno non coltivare la patata per almeno 2-4 anni sullo stesso appezzamento, né farla seguire ad altre solanacee.

Per quanto riguarda la concimazione, la patata è una coltura che si avvantaggia molto della concimazione organica, soprattutto se effettuata usando letame maturo e al momento della sarchiatura si può distribuire del solfato di potassio. Ricordare che eccessi di azoto inducono eccessivo rigoglio vegetativo a scapito dell’accumulo di amido nei tuberi. La “semina” deve venire effettuata con seme certificato oppure, se autoprodotto, bisogna essere sicuri che il materiale di propagazione sia sano e vitale.

La patata è una coltura sarchiata; con questa operazione colturale si accosta terra alle piante oltre che a stimolare la produzione di tuberi, si eliminano le erbe infestanti, si riduce la formazione di tuberi inverditi oltre che a formare un solco utile per l’irrigazione. Questa è fondamentale per la buona riuscita della coltura. Bisogna evitare apporti che bagnino la vegetazione (à si riducono gli attacchi di patogeni), ma si necessità sempre di un buon contenuto di acqua nel terreno per stimolare la vegetazione ed assicurare una buona produzione. L’idonea sistemazione del terreno deve assicurare il deflusso dell’acqua in eccesso per evitare stress alla pianta che inducono maggiori attacchi da parte di funghi ed insetti. L’avversità fungina più temuta della patata è la peronospora che si controlla con nebulizzazioni preventive di prodotti a base di rame sulla vegetazione. Per quanto riguarda gli insetti troviamo la dorifora e la tignola, che una volta avvistati sulla vegetazione sono facilmente ed efficacemente controllabili con piretro.

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Matteo Marzaro: Agronomo a Vicenza. EMail: matteo.marzaro@agricolturabiologica.eu Telefono: +39 334 1099757

1 Comments to “4° Incontro – Protezione delle Colture, Melanzana, Patata”

  1. Andrea says:

    Grazie a tutti coloro che hanno partecipato al corso di orticoltura biologica tenutosi a Dueville.
    Andrea

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