Durante il 1° incontro del corso di orticoltura biologica sono stati introdotti i principali e più importanti concetti per quanto riguarda la conduzione di un orto in un ottica di agricoltura biologica.
Sono state quindi elencate e spiegate le tecniche introducendo ad esempio la rotazione cioè quella pratica che consiste nell’evitare di far crescere la solita coltura sempre o per più anni sul solito appezzamento di terreno. Così facendo si deve cercare di organizzare il proprio orto in modo da individuare 4-5 colture (= ortaggi) che a rotazione verranno introdotti nei vari appezzamenti che formano l’orto e che grazie alle caratteristiche proprie di ogni specie che si introduce, lasceranno il terreno in condizioni migliori o talvolta peggiori di come le avevano trovate, senza però sfruttare il terreno e renderlo così “stanco”, inadatto cioè ad ospitare le piante.
Si possono quindi suddividere le colture in:
- sfruttanti, che lasciano il terreno in condizioni peggiori o comunque con un livello di fertilità inferiore a come lo avevano trovato;
- miglioratrici, che a fine del loro ciclo ci consegnano un terreno con livelli di fertilità fisica e/o chimica maggiori di come lo avevano trovato;
- un’ultima classe di colture può essere quella delle preparatrici, quelle che grazie a certe caratteristiche strutturali (es. radici profonde) oppure alle interazioni con particolari batteri lasciano il terreno in condizioni migliori e soprattutto un terreno già pronto per ospitare la coltura successiva senza eseguire troppe lavorazioni.
Ecco che se si introduce una leguminosa (es. fagiolo, pisello), questa migliora il terreno soprattutto per la capacità di queste colture di fissare l’azoto (N) atmosferico e che quindi mi arricchisce il suolo di un elemento nutritivo.Successivamente si potranno piantare ortaggi che sfruttano l’azione della leguminosa, come ad esempio insalata oppure il radicchio che utilizzano l’azoto per sviluppare le proprie foglie che saranno poi la parte commestibile.
Si è introdotta successivamente la tecnica della pacciamatura; si tratta di coprire con materiali diversi il terreno (materiali biodegradabili – paglia oppure film plastici) e quindi di impedire alla luce e all’acqua di arrivare al suolo. Così facendo si raggiungono diversi obiettivi, il principale dei quali è quello di impedire la crescita delle erbe infestanti (minor lavoro), limitare l’evaporazione dell’acqua (meno fabbisogno di acqua – meno irrigazione) oltre a proteggere le colture da imbrattamenti dovuti al fango ma soprattutto da funghi ed insetti. Parlando di avversità quindi si sono illustrati i concetti di base nonché i mezzi a disposizione per il controllo di insetti e crittogame.
Per quanto riguarda il controllo delle principali malattie e i più dannosi insetti. Si sono illustrati i 2 principali fungicidi a disposizione spiegando quali funghi controllano e come devono essere impiegati,
ossia il rame e lo zolfo, indispensabili per la protezione preventiva da tutte le malattie delle piante coltivate nell’orto. Per quanto riguarda gli insetticidi, si è parlato del piretro, prodotto di derivazione naturale che agisce per contatto, deve cioè venire a contatto con l’insetto da eliminare per esplicare la sua funzione.
Per quanto riguarda invece la seconda parte dell’incontro, si è introdotto il primo gruppo di colture che si intende coltivare far conoscere, quelle piante che vengono coltivate per poi asportare parzialmente o completamente le loro foglie per essere consumate (ad esempio insalate, radicchio). Sono piante che possono avere più cicli durante l’anno, cioè si possono coltivare per più volte durante la stagione a seconda della specie e della varietà. Si sono illustrate le più importanti operazioni colturali per la buona riuscita di queste colture, ponendo particolare attenzione alla preparazione del terreno, alle distanze d’impiantoe ancora una volta ai ossia gli ortaggi da foglia, cioè risvolti benefici della pacciamatura su queste colture sia sotto il punto di vista di controllo delle malerbe e risparmio idrico, ma anche come protezione da insetti e funghi.
Infine abbiamo trattato delle principali malattie fungine parlando del pythium, peronospora e della sclerotinia e dei rispettivi di mezzi per ostacolarli e combatterli. Sono stati illustrati i principali insetti (nottue, elateridi) che si sviluppano e arrecano danni sulle colture da foglia ponendo particolare attenzione di come una corretta pratica agronomica faciliti la crescita armoniosa di questi ortaggi sfavorendo l’attacco degli insetti. In particolare un buon equilibrio tra rotazione, concimazione, irrigazione e scelta della varietà da trapiantare è un connubio indispensabile per ottener una ottima produzione di qualità senza avere danni e perdite da patogeni.
Solo in caso di attacchi particolarmente importanti e in momenti delicati per lo sviluppo della pianta oppure in condizioni climatiche particolari, per questo tipo di colture e di insetti è consigliabile l’utilizzo dell’insetticida.
Ringraziamo tutti i partecipanti, eravamo più di 150 persone!!!!
Vi aspettiamo ancora numerosi alle prossime lezioni.
Prego e… complimenti per le informazioni fornite in maniera “popolare” e allo stesso tempo molto competente.
Con mio enorme dispiacere stasera non potrò partecipare al 2° incontro causa malanni di stagione (accidenti!). Il tema sul biologico è molto sentito, avanti così!
Claudio
laureando in Educazione Professionale per i servizi sanitari e studioso del fenomeno del Social Farming o detto con parole nostre, delle fattorie sociali.
Ciao Claudio, ti auguro di essere in forma per il terzo appuntamento di lunedì 20 febbraio. Abbiamo proprio voluto dare al corso un taglio “popolare”…molte immagini…molti esempi…
La nostra intenzione è che alla fine del corso tutti i partecipanti riescano ad organizzarsi e gestirsi il proprio orto.
Andrea
Ragazzuoli domanda:
da provetto agricoltore quale sono ho scorticato la base di un pero piantato a febbraio scorso con una decespugliata maldestra.
L’ho irrimediabilmente condannato oppure c’è modo di salvarlo?
Grazie
Carissimo Ruggero, bisognerebbe sapere quanto sei andato in profondità con le incisioni. Sicuramente la pianta potrà risentirne.
Qualora il danno non sia molto profondo e la vitalità della pianta non sia “meccaniccamente” compromessa puoi intervenire isolando la parte danneggiata con dei prodotti idonei “gomme o mastici” per evitare che tali lesioni siano la porta d’ingresso di eventuali patogeni.
ciao e Grazie
Andrea
ciao, vorrei sapere come fare per allontanare le formiche dal mio orto senza usare insetticida. grazie